5 ricette esperite

0 Le ricette esperite sono le migliori storie di cucina e di vita che puoi leggere. Non perché le ho scritte io, bensì perché cosa è la cucina senza la vita o la vita senza la cucina nanana. Ecco, con questo breve manifesto lascio un invito più a fare, che a parlare. O almeno, a parlare dopo aver fatto.

1 Per l'hummus invece ho due ricette che ho perfezionato nel corso di questi anni di pigrizia vita da adulto. Servono infatti solo ceci, aglio, olio (d'oliva meglio). Ricetta secca e dura come la vita. Schiacciare ceci con forchetta su un piatto liscio lasciandoli scappare da tutte le parti fino a piangere di dolore e a non sentire più l'avambraccio. Di pippe te ne fai sempre troppo poche. Tritare aglio e aggiungerlo al pestaggio dei tuoi sentimenti ceci. Quando non ce la fai più e ti senti a pezzettini sufficientemente piccoli e dispersi da sembrare una poltiglia, inserisci tutto in un barattolo assieme a olio q.b. e continua a piangere mescolando. Ricetta umida e facile come la vita. Frullare tutti gli ingredienti della ricetta secca insieme con un frullatore a immersione. Forse serve più olio che nell'altra. Se ti senti grasso, valuta di piangerci dentro (o aggiungere poca acqua caldina). Più a lungo premi quel tasto più viene cremoso. Come altre cose nella vita. Lasciati cullare dal dolce frastuono del frullatore mentre rifletti sulle tue colpe. Entrambe le ricette vengono più buone con succo di limone, sesamo (tahini o semi tostati e sminuzzati che sia), e peperoncino. Ma come nella vita, ti tocca stare anche quando le cose mancano.

2 Per quanto riguarda il giardino invece la storia è molto semplice e complessa allo stesso tempo. A volte hai proprio quella voglia di natura che ti chiedi se sei diventato vegano, cosa che non sarebbe affatto male sinceramente. Insomma, col giardino pensi di farti stare bene, di fare una cosa bella per te e perché no anche per l'ambiente, e pensi di cavartela con poco. Pochi soldi, poco tempo, poca fame. Ma la fregatura sta proprio qui. Il giardino è un piatto che va fatto bene. Come si fa? Devi aver prima rubato dagli orti degli altri comprato nel reparto ortofrutta la natura che vuoi mangiare. Poi li prepari, assieme a salsine varie (tipo l'hummus di cui sopra) nel modo più ossessivo compulsivo che riesci, avendo cura di metterli in almeno tre o quattro piatti e ciotoline diverse. Già, pensavi di cavartela con poco anche in fatto di preparazione. Proprio qui stai sbagliando. Devi sfogare la tua creatività e la tua mania per l'ordine. Anche a lavare mille piatti poi. Ti serve questa illusione, in un mondo in cui tutto è già creato e caotico, in cui il tuo contributo non potrà né mai essere originale né mai potrà portare la pace.

3 Questa invece è una esperienza, più che una ricetta, che devi sapere. Oh, uomo avvisato mezzo salvato: la leccornia di cui stai per leggere sarà di difficile replicazione! Per passare una festività cattolica nella vera tragressione le rosette di contrabbando sono i fiori che stai cercando. No, non sono strane piante di arredo urbano. L'unica cosa che arrederanno sarà la sala dell'effimera danza della tua lingua perché, come tutti i vegetali recisi, sono destinate a seccarsi. Hai già seccato tutto quello che c'era nella doggy-bag nello scrigno che ti è stato consegnato alla rotonda dei cavalli. È infatti indispensabile, per la corretta esecuzione della trasgressione, che lo scambio possa avvenire in un periodo in cui incontrarsi è reato. E se come me proprio non vuoi lasciare neanche una briciola di disobbedienza sprecata, abbi cura che gli ingredienti di cui sono fatte le rosette violino le tue esigenze psico-fisiche (tipo se sei intollerante al lattosio accertati che i formaggi squagliatisi in forno siano di latte vaccino bello grasso). Cosa rimane? Rimani tu, seduto, nella contemplazione della generosità della persona che con maestria sopraffina ha messo in pratica la ricetta emiliana, e nel religioso silenzio della trasgressione affatto compiuta.

4 Ognuno ha qualche scheletro nell'armadio, si dice così? Ci sono tante divertenti rassegne horror dei delitti culinari in giro. Spesso il colpevole viene condannato per via del fatto che c'è tutta questa ansia da pizza buona. Non avrai la pizza nell'armadio? Invece la ho nel congelatore, la pizza surgelata coi bastoncini di merluzzo. Sì, no, sì, non preoccuparti. Non è giustificabile, a volte succede. E basta. L'importante è che siano rare. Lo sono. Detto questo, l'esperienza ricalca atletiche di rapidissima esecuzione, quando l'adulto dominava il podio olimpico di lancio del lievitato ghiacciato disco, e di lancio del bastoncino marino giavellotto. La specialità dell'atleta non conosceva rivali, neanche la squadra degli affamati junior junior arrivati da oltreoceano, soprattutto nel biathlon. Non è un piatto che mi riporta indietro a quando le olimpiadi, o a quando la casa degli dei. A volte lo devi fare perché lo vuoi mangiare. E basta. Proseguendo coi modi di dire, errare humanum... Quindi, per farla breve, questa ricetta è consigliata per quando hai fame ma non hai sbatti, e ti senti così in forma che sei in grado di sconvolgere i confini di tutti. Magari, anche quelli della decenza tuoi.

5 Stavo pensando invece che bisogna bilanciare un attimo la situazione, perché uno che legge penserebbe molto male. Io penserei male. Il risotto. Argomento di solenni appetiti. Insomma, soffritto, riso, vino, brodo, e tutto il companatico del riso che se non lo chiami companatico non hai capito bene di cosa stiamo parlando. Visto che è l'ultimo che ho preparato, parliamo degli asparagi. Purtroppo, ci sono degli ingredienti che si portano appresso una cronologia veramente consistente. Tipo appunto per me gli asparagi. Quindi ogni volta che ti imbarchi a fare sto risotto ti senti male, ti senti nostalgico già deluso. Il tuo piatto non raggiungerà mai il mitologico sapore conservato nei ricordi. Anche quando te lo propinano al ristorante ti fa schifo, c'è sempre qualcosa di sbagliato. Come si fa allora? Smettiamo tutti di mangiare quei nostri risotti? Neanche per sogno. Li sbagliamo apposta. E buttaceli due pezzi di pancetta, o quel che hai. Ti sentirai un eroe gourmet, nel caso peggiore. Direi che va meglio così, piuttosto della fatica di inseguire l'ancestrale perfezione che hai conosciuto e non troverai più.